Attesero
che l’androide, con gesti precisi, portasse a termine l’operazione di
vestizione, dopodiché intervenne Sarton. – Daneel. Potresti dirmi come
ti senti ?
-
Abbastanza bene, direi. – rispose
l’androide appoggiandosi al letto. – Perché mi fate questa domanda ?
-
E’ un semplice test per accertarci
delle tue reali condizioni. – poi Sarton prese una barra metallica e
gliela porse. – Potresti colpirmi con quella barra, Daneel ?
L’androide
sbarrò gli occhi. – No, dottor Sarton. – rispose categorico.
-
E perché mai ?
-
La Prima Legge della Robotica mi
impedisce di recarle danno.
-
Allora ti ordino di colpire il dottor
Fastolfe.
-
Non posso fare neanche questo.
-
Perché ? Te lo sto ordinando.
-
Non posso certo disubbidire ad un vostro
ordine salvo che questo non vada in contrasto con la Prima Legge.
-
Va bene, vorresti colpirti con quella
barra ?
-
Mi dispiace nuovamente ma non posso
perché la Terza Legge mi impone di preservare la mia incolumità a meno
che lei non mi dia espressamente un ordine o che da questo mio gesto non
dipenda la vostra incolumità.
Sarton si
avvicinò a Daneel, si fece restituire la barra dopodiché lo colpì sulla
mano in maniera non eccessiva.
Sul volto
dell’androide comparve una smorfia di dolore. Daneel, ovviamente, non
aveva percepito nessun tipo di sensazione ma la sua programmazione
faceva in modo da produrre una reazione simile ogniqualvolta subisse un
impatto con un corpo contundente.
Sarton,
soddisfatto della prova, invitò con un ampio gesto della mano Fastolfe a
proseguire il test.
-
Va bene. Vediamo di spingerci un po’ più
in là. - disse Fastolfe guardando negli occhi Daneel. – Ci sono due
uomini aggrappati alle due estremità di una trave posta in equilibrio.
Se salvi uno, l’altro cade nel vuoto. Tu cosa fai?
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