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RRecensione di “Madre Terra"

di Isaac Asimov

"L'urlo" di Simone Bianchi

Questo racconto, scritto nel 1949  e pressoché sconosciuto in Italia, fa luce su un periodo non molto trattato nella saga della galassia Asimoviana: quello che va dall’era“Antica”, (circa 24° secolo DC) fino all’era “Spaziale” (circa 4° millennio DC).

Un periodo nel quale il miglioramento della qualità della vita sulla Terra prodotto durante i secoli precedenti da un utilizzo massiccio delle Intelligenze Artificiali sia in forma Robotica che non comincia a venir meno dopo l’auto distruzione delle “macchine” e il divieto per motivi etico religiosi di utilizzo dei Robot se non fuori dalle aree abitate e nello spazio.

Nei tre secoli successivi alla scoperta della propulsione iper-luce (sempre da parte delle I.A.), vengono scoperti e colonizzati cinquanta sistemi con pianeti adatti alla vita le cui popolazioni, gradatamente adottano un modello sviluppo differente da quello terrestre.

Qui i Robot sono necessari per modificare gli ambienti talvolta ostili di questi nuovi mondi che comunque offrono uno spazio a disposizione sconfinato, per cui i nuovi coloni anziché concentrarsi in affollate città come sulla terra, si disperdono in vaste proprietà circondati ognuno da un buon numero di robot che provvedono ai loro bisogni.

Le società “spaziali” cominciano a perseguire una politica di selezione genetica della razza umana allo scopo di creare l’uomo nuovo, lo “spaziale”, perfetto da ogni punto di vista, da quello fisico a quello culturale.

Le società spaziali fioriscono nelle scienze fisiche e in potenza economica e culturale, grazie alla progressiva eliminazione delle tare genetiche molte malattie vengono debellate e la vita media raggiunge durate senza precedenti.

Nel giro di poche generazioni, questa nuova “razza” di umani, sviluppa avversione e dispetto verso le moltitudini terrestri, portando la politica dei mondi spaziali verso l’isolazionismo con la conseguenza del blocco delle immigrazioni dal pianeta madre.

I costi umani ed in termini di risorse delle colonizzazione dei mondi  spaziali sono stati enormi e senza apparente ritorno economico, i migliori elementi terrestri, le intelligenze più brillanti e anche anticonformiste hanno lasciato il pianeta con il risultato che la terra è scivolata in un grave periodo di depressione economica e stagnazione culturale.

Pregiudizi anti-tecnologici e superstizione hanno riportato indietro le condizioni di vita,  si è aperto un pericoloso contenzioso con i pianeti spaziali che ormai raggiunta l’indipendenza economica e politica si rifiutano di fornire aiuto al pianeta madre.

I terrestri, senza un’efficace politica di controllo delle nascite e senza più l’aiuto benevolente delle Intelligenze Artificiali, vivono compressi in megalopoli immense, costantemente afflitti da penuria di risorse mentre il risentimento verso gli ingrati figli del pianeta madre che ora vivono agiate esistenze nei loro mondi paradiso aumenta di giorno in giorno… 

E’ in questo quadro non certo positivo che si svolgono le vicende di “Madre Terra”, che vedono alcuni attori sulla scena terrestre , apparentemente lavorare per il disastro, forzando la situazione e quindi la tensione con i mondi spaziali fino allo scontro che sarà ricordato nella storia come “La guerra delle tre settimane”. 

Tre settimane bastano alla flotta di Aurora per sbaragliare la soverchiante numericamente ma tecnologicamente arretrata e poco motivata armata terrestre. 

I termini dell’armistizio che i terrestri sono costretti ad accettare dopo la cocente sconfitta sono quantomeno sconcertanti: Gli spaziali ancora comunque affetti da un atavico rispetto per la Terra, metteranno “in quarantena” il Pianeta confinando i terrestri nel loro sistema solare, tutti i contatti con i pianeti spaziali saranno interrotti e vietati, il pianeta madre sarà abbandonato e segregato al proprio destino: ai suoi abitanti la scelta se regredire verso la distruzione o raccogliere le energie, e lontani da interferenze esterne lottare per un nuovo inizio…

Forse è stata la più dura delle cure, ma chi ha lavorato per questo risultato ha calcolato, quasi avesse in mano variabili psicostoriche, che questa mossa sarebbe stata quella che avrebbe dato una scossa salutare alla decadente società terrestre, mobilitando le energie di reazione necessarie per avviare un vero e serio processo di riforma della politica e dei costumi. 

Il tutto è narrato con la maestria tipica del buon dottore, con colpi di scena e un alternarsi di situazioni che lascia il lettore sconcertato fino in fondo, impreparato alla sorpresa finale. 

Secondo la mia modesta opinione, “Madre Terra” si inserisce con diritto tra i   tasselli più  interessanti  del grandioso mosaico della storia futura creato da Isaac Asimov.

Andrea G. 1-2006